Scritta il 28/02/2013
ARTONE 1
Iniziam dunque codesta storia,
in un tempo remoto avvenuto,
di cui più non si serbava memoria
finché non fu da me rinvenuta.
Li germanici popoli, negli anni
di cui parlo, il Roman impero
invasero, essendo negli affanni
per degli unni l'attacco fiero.
Nella loro furia disperata costor
eran forti, nulla gli resisteva,
e il roman esercito contro di lor,
fulminei razziator, nulla poteva.
Da una città un uomo, Artone nomato,
li sopravvissuti ad un attacco raccolse,
e dopo aver tutti essi raggruppato,
le spalle alla distrutta città tristemente volse.
Da un saggio predicator, di fama profeta,
andò Artone, per una meta ai suoi dare;
dalla lor situazione impietosito, l'asceta
in Dio cercò risposta, e si mise a parlare:
«Là dove lo Sebino finisce, trovasi una valle,
Camonica nomata, dalla qual la famiglia tua
viene, o Artone; ivi la tua gente poserà le spalle
stanche e distrutte, e riaver potrà la pace sua;
ma per poter vivere realmente in cotal antico
loco, superar ostilità dovrete, e l'astuzia far
valere contro chi, nel certo momento critico,
la forza maligno e crudele decide di usar.»
Pieno di speranza, ma dai rischi spaventati
eran Artone e la gente sua, ma il lor valore
e la disperazione loro li spinsero, a pur tentati
di rinunciar, s'allontanarono dalle distrutte dimore.
in un tempo remoto avvenuto,
di cui più non si serbava memoria
finché non fu da me rinvenuta.
Li germanici popoli, negli anni
di cui parlo, il Roman impero
invasero, essendo negli affanni
per degli unni l'attacco fiero.
Nella loro furia disperata costor
eran forti, nulla gli resisteva,
e il roman esercito contro di lor,
fulminei razziator, nulla poteva.
Da una città un uomo, Artone nomato,
li sopravvissuti ad un attacco raccolse,
e dopo aver tutti essi raggruppato,
le spalle alla distrutta città tristemente volse.
Da un saggio predicator, di fama profeta,
andò Artone, per una meta ai suoi dare;
dalla lor situazione impietosito, l'asceta
in Dio cercò risposta, e si mise a parlare:
«Là dove lo Sebino finisce, trovasi una valle,
Camonica nomata, dalla qual la famiglia tua
viene, o Artone; ivi la tua gente poserà le spalle
stanche e distrutte, e riaver potrà la pace sua;
ma per poter vivere realmente in cotal antico
loco, superar ostilità dovrete, e l'astuzia far
valere contro chi, nel certo momento critico,
la forza maligno e crudele decide di usar.»
Pieno di speranza, ma dai rischi spaventati
eran Artone e la gente sua, ma il lor valore
e la disperazione loro li spinsero, a pur tentati
di rinunciar, s'allontanarono dalle distrutte dimore.
15 commenti:
Bella!!!
Grazie mille per i commenti, CIAO!!!
Ciao, la tua poesia mi è piaciuta molto :)
Un saluto,
Mirella
Grazie, Mirella
Caspita, ma sei proprio bravo! Io ci impiegherei MESI a scrivere in rima... :-)
Grazie, Vivi.
Mi aggiungo ai complimenti: brao!
Grazie anche a te, Hermano
<IZ
Grazie anche per i commenti di oggi e ieri :)
CIAO!!!
Grazie a te, Lario3
:D
CIAO!!!
Anch'io, come Viviana, non riuscirei MAI a scrivere in rima così! D'altro canto, se leggi i miei post ti accorgi subito che sono... come dire?... molto diretto! Ha! Ha! Ha! Bravo bravo!
Grazie tantissime per le tue visite, spero di leggere presto altre tue poesie^_______^
^_^ Ciao a te, Lario3
Grazie,Karpauan
Non preoccuparti, Mirella: devo mettere la II parte!
Bravo!! Ma il Sebino è un fiume vicino a te? Io ho via Sebino vicino a me!!
No, Hottanta: il Sebino è una lago. Forse lo conosci come il Lago d'Iseo. Risalendo l'Oglio dal punto in cui si versa nel Po, s'incontra il lago. Dopo il lago, si reincontra l'Oglio e inizia la Val Camonica.
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